A Varsavia, i contadini hanno inscenato una protesta di massa davanti all’ufficio del primo ministro: portavano con sé simboli anti-ucraini
Gli agricoltori sono arrivati a Varsavia per bloccare le strade e gli accessi alla capitale.
A Varsavia è in corso una protesta di massa davanti all'ufficio del Primo Ministro. Il traffico e le strade di accesso alla capitale sono bloccati in tutta la città.
Lo scrive la rivista polacca Polsatnew.
Come si suol dire, i contadini sono arrivati a Varsavia per bloccare le strade e le vie d'accesso. Sull'autostrada S7 da Nowy Dvor Mazowiecki, molti trattori che cercavano di entrare nel centro della capitale sono stati fermati dalla polizia e diretti verso la striscia verde che separa le strade. Gli agenti della Questura di Varsavia ricordano che è vietato l'ingresso in città a trattori e veicoli lenti.
La protesta è iniziata con il canto dell'inno alle 11:00 davanti all'edificio dell'ufficio del Primo Ministro in Vicolo Ujazdowski. In precedenza qui venivano bruciati pneumatici e bare, a simboleggiare il funerale dell'agricoltura. Ci sono stati numerosi scoppi e suoni di razzi in sottofondo.
I media locali hanno riferito che gli agricoltori che hanno partecipato allo sciopero portavano striscioni anti-ucraini.
“Siamo qui per dirlo al Primo Ministro Ministro cosa ci fa male cosa dovrebbe sapere. Tutto ciò che è connesso ad esso e la protezione dei confini della Polonia con l’arrivo di prodotti incontrollati dall’Ucraina, dalla Russia e dalla Bielorussia. Siamo feriti. Siamo venuti dal Mar Baltico ai Tatra. Siamo tutti insieme e parliamo la stessa lingua. Questo Green Deal è la fine per tutti noi. Se le autorità non ci proteggono, moriremo. Non ci sarà la Polonia. Ci siamo riuniti tutti come uno. C’è forza nell’unità. Non permetteremo che gli agricoltori si dividano”, ha affermato uno dei leader della protesta durante il suo intervento.
Ricordiamo che dal 6 marzo gli agricoltori polacchi continuano a bloccare la circolazione dei camion fino a sei posti di blocco alconfine con l'Ucraina. Ci sono 2.300 camion in coda per entrare nel Paese.
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