“Ci sono 2 scenari molto minacciosi”: come l'escalation in Medio Oriente potrebbe influenzare l'Ucraina

Punti chiave

  • L'escalation in Medio Oriente provoca un aumento dei prezzi del petrolio, il che è vantaggioso per la Russia e potrebbe avere effetti negativi sull'Ucraina.
  • Si rischia la chiusura dello Stretto di Hormuz o attacchi iraniani alle regioni petrolifere, che potrebbero far salire i prezzi del petrolio fino a 125 dollari al barile.
  • Il conflitto in Medio Oriente consente alla Russia di esercitare pressioni sui partner internazionali dell'Ucraina, ma esiste il rischio di una risposta militare da parte degli Stati Uniti.

L'escalation in Medio Oriente potrebbe avere un impatto sulla guerra russo-ucraina. Si sta già registrando un aumento dei prezzi del petrolio, il che è vantaggioso per il Cremlino, ma rappresenta anche un pericolo per il nostro Paese.

Nel maggio 2025, i prezzi del petrolio “crollarono” in modo significativo. Ivan Us, consulente capo dell'Istituto Nazionale per gli Studi Strategici, ne parlò a Canale 24, osservando che i russi guadagnavano significativamente meno in quel periodo.

Quali sono i due rischi emersi per l'Ucraina?

In Europa si è già parlato di ridurre il “tetto massimo dei prezzi” del petrolio, ma con l'inizio dell'escalation in Medio Oriente, i prezzi sono saliti. Ora tutto dipende da come si evolveranno gli eventi. Se assisteremo a una “partita lunga”, i prezzi rimarranno alti.

Se riusciremo a impedire un'espansione significativa dell'escalation a partire dal 23 giugno, vale la pena ricordare che a luglio 2025 ci sarà un aumento del tasso di produzione di petrolio nei paesi OPEC+. Si parla di ulteriori 411.000 barili al giorno. Questo porterà a un calo dei prezzi del petrolio.

Ma ora vedo due scenari molto rischiosi per lo sviluppo degli eventi. Il primo è la chiusura dello Stretto di Hormuz tra Oman e Iran. In tal caso, i paesi petroliferi della regione non saranno in grado di fornire le loro materie prime ai mercati esteri, ha sottolineato Ivan Us.

Ma uno scenario ancora peggiore è se l'Iran mantenesse la promessa e attaccasse le regioni petrolifere dell'Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti. In tal caso, i prezzi potrebbero salire a 125 dollari al barile, causando il caos nel mondo. Gli acquirenti guarderanno oltre il Medio Oriente per il petrolio. La Russia, in primis.

In questo modo, il Paese aggressore potrà esercitare una forte pressione su tutti i nostri partner e iniziare a ricattarli. Pertanto, il Cremlino è decisamente interessato a che il conflitto continui e che l'Iran continui i suoi attacchi.

Ma d'altra parte, non possono fare a meno di temere che gli Stati Uniti abbiano effettivamente colpito i bunker iraniani. Non c'è alcuna garanzia che queste bombe non volino verso la Russia prima o poi.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *