Come influenzerà la guerra in Ucraina lo scambio di prigionieri tra Russia e Occidente – The Washington Post

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In che modo lo scambio di prigionieri tra Russia e Occidente influenzerà la guerra in Ucraina

Il Cremlino vede lo scambio di prigionieri come accordo pragmatico nell'interesse a breve termine della Russia.

Il più grande scambio di prigionieri tra Russia e paesi occidentali dai tempi della Guerra Fredda non indica un riscaldamento delle relazioni e non influirà sulla situazione approccio di pace in Ucraina.

A questa conclusione è arrivata l'edizione americana del Washington Post.

La pubblicazione ricordava che l'ultimo grande scambio di prigionieri tra Mosca e l'Occidente avvenne nel 1985, quando il leader-riformatore sovietico Mikhail Gorbaciov segnalavano così la loro disponibilità per relazioni più aperte. Ciò alla fine portò a un incontro con il presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan a Ginevra nello stesso anno.

Questa volta il proprietario del Cremlino, Vladimir Putin, non dimostra tale apertura nelle relazioni. Ha orchestrato il trionfo riportando a casa spie d'élite e un agente condannato per omicidio.

Il fatto che questo evento non dovrebbe essere associato al probabile avvicinamento alla pace in Ucraina, ha sottolineato il portavoce di Putin Dmitry Peskov in un commento a la pubblicazione.

“Se parliamo dell’Ucraina e di problemi internazionali più complessi, la questione è completamente diversa. I principi lì sono completamente diversi: sono i principi degli interessi nazionali del nostro Paese, gli interessi della sicurezza nazionale e il lavoro svolto lì in modo diverso e secondo principi diversi”, ha affermato.

Tatiana Stanova, analista russa e fondatrice della società di consulenza politica R. Politik, attualmente in Francia, è della stessa opinione.

“Non ci sono segnali che l'attuale scambio possa contribuire ai negoziati di pace sull'Ucraina. Allo stesso tempo, ciò riflette la situazione attuale, in cui ciascuna parte sta imparando a convivere con la reciproca intransigenza”, ha affermato.

La pubblicazione conclude che non ci sono segni di disgelo nelle relazioni USA-Russia, perché il Cremlino considera lo scambio di prigionieri come un accordo pragmatico nell'interesse a breve termine della Russia.

< p>Ricordiamo che alla vigilia del 1° agosto in Turchia ha avuto luogo uno scambio di prigionieri tra la Russia e l'Occidente, durante il quale sono stati rilasciati almeno 10 prigionieri politici russi, nonché due americani accusati di spionaggio e un cittadino tedesco condannato a morte in Bielorussia.

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