Come la Russia dovrà pagare per la guerra – The New York Times

I partner europei dell'Ucraina non osano confiscare apertamente i beni russi congelati in Euroclear.

p>Al vertice del G7 in Italia, hanno trovato il modo di utilizzare indirettamente i beni congelati della Banca centrale russa per un importo di circa 200 miliardi di dollari depositati nella società finanziaria belga Euroclear.

Il commentatore economico Peter Coy ne ha parlato nel suo articolo sul New York Times.

Nella sua pubblicazione, l'analista ha osservato che le sanzioni economiche imposte dall'Occidente per punire la Russia per l'invasione dell'Ucraina non hanno l'effetto desiderato.

Allo stesso tempo, i partner europei dell'Ucraina non osano apertamente confiscare i beni russi congelati in Euroclear, per aiutare il nostro Stato a resistere all'aggressione della Federazione Russa.

“Il G7 ha detto che i beni rimarranno congelati finché la Russia non porrà fine alla sua invasione e non pagherà i danni che ha causato all'Ucraina. Ma l'Ucraina sta combattendo per la sua vita e ha bisogno di soldi ora, non dopo che il danno sarà stato fatto”, ha detto Peter Coy , tuttavia, che al vertice del G7 in Puglia, in Italia, questo mese è stato raggiunto un compromesso preliminare: il gruppo di alleati presterà congiuntamente all'Ucraina 50 miliardi di dollari per lo sforzo bellico, e il prestito sarà rimborsato con i proventi delle attività russe.

“Capisco che gli europei vogliano che le loro istituzioni siano viste come luoghi sicuri in cui conservare i propri soldi, ma la soluzione è che il G7 presenti un fronte unito. Se tutti i membri del G7 agissero insieme per impossessarsi dei beni russi, Russia e altri potenziali criminali non saranno in grado di confrontare una nazione con un'altra”, ha concluso l'autore dell'articolo.

Ricordate, il primo ministro italiano Giorgia Meloni dopo il vertice del G7 in Italia ha annunciato un prestito di 50 miliardi di dollari all'Ucraina saranno forniti da Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna ed eventualmente “Giappone, secondo le restrizioni costituzionali”.

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