Gli scienziati russi sono ampiamente sospettati di svolgere attività di spionaggio per conto della Cina.
Nonostante le dichiarazioni pubbliche del presidente russo Vladimir Putin sull'”amicizia senza confini” con la Cina, tra le agenzie di intelligence russe sta crescendo la sfiducia nei confronti di Pechino.
Lo riporta il quotidiano Welt.
L'intelligence russa registra sempre più casi di spionaggio da parte di agenti cinesi, in particolare in settori sensibili della difesa e della scienza.
La Cina è un alleato, ma non per tutti
Dopo l'invasione su vasta scala dell'Ucraina, la Russia è diventata di fatto economicamente dipendente dalla Cina. L'autocrazia di Xi Jinping è diventata il principale acquirente delle risorse energetiche russe, nonché una fonte di tecnologia che la Russia ha perso a causa delle sanzioni occidentali. La Cina aiuta anche Mosca ad aggirare le sanzioni.
In questo contesto, il presidente russo Vladimir Putin ha dimostrato di mantenere cordiali relazioni con Xi Jinping, definendolo un “caro amico” e invitandolo alle celebrazioni di Stato, tra cui la parata in Piazza Rossa nel maggio 2025.
Tuttavia, come sostiene la pubblicazione, i servizi segreti russi non nutrono la stessa passione. La fuga di notizie di un rapporto segreto ottenuto dal New York Times indica che l'FSB ha lanciato un programma di controspionaggio, nome in codice “Intesa-4”, specificamente rivolto alla Cina.
Particolare interesse per i droni e le tecnologie di difesa
Il rapporto indica che le spie cinesi sono particolarmente interessate agli sviluppi russi nel campo della produzione di droni e dei sistemi di difesa contro le armi occidentali. Potenziali fonti di fuga di notizie sono scienziati russi, funzionari governativi e rappresentanti del complesso militare-industriale.
Sebbene il Cremlino minimizzi ufficialmente la portata dello spionaggio cinese, i fatti parlano da soli. Secondo il quotidiano russo Kommersant, dal 1997 al 2019, almeno 14 persone sono state condannate in Russia per spionaggio a favore della Cina. Questi casi riguardavano, in particolare, la trasmissione di dati su missili intercontinentali, sonde spaziali o sistemi di difesa di veicoli spaziali.
Spesso, in questi casi, sorgono dubbi sulla fondatezza delle accuse. L'FSB controlla tutti i rapporti accademici internazionali in Russia e sottopone gli scienziati con accesso a informazioni riservate a una stretta sorveglianza, che può arrivare fino all'obbligo di accompagnamento da parte di agenti alle conferenze e alla censura obbligatoria delle pubblicazioni.
I critici, tra cui Andrei Soldatov e Irina Boragan, noti esperti in esilio dei servizi speciali russi, ritengono che molti dei casi possano essere inventati per creare l'apparenza di “successi” da parte dei servizi speciali.
“Tradimento” in cambio di statistiche
Un caso eloquente è quello del fisico Dmitry Kolker di Novosibirsk, arrestato nell'estate del 2022 con l'accusa di tradimento, presumibilmente per aver trasmesso informazioni riservate durante delle lezioni in Cina. Al momento dell'arresto, aveva un cancro al pancreas in stadio 4. Nonostante le proteste dei medici, fu trasferito in un centro di detenzione preventiva di Mosca, dove morì quattro giorni dopo.
Un altro esempio è il caso di Anton Klimkin, uno scienziato di Tomsk. Stava conducendo ricerche sulla tecnologia lidar (scansione laser) nell'ambito di un progetto congiunto russo-cinese. Nel giugno 2024, è stato condannato a 2 anni e mezzo di carcere per “cooperazione segreta con un'organizzazione straniera”. Anche il suo studente cinese, secondo quanto riferito, è stato inizialmente arrestato, ma in seguito ha lasciato la Russia senza dare nell'occhio.
Messaggio non ufficiale al Cremlino
Dal 2022 al 2024, sono stati registrati cinque nuovi casi contro “spie cinesi” nella sola Siberia, in città come Novosibirsk e Tomsk. Sebbene il Cremlino eviti di criticare direttamente Pechino, questi casi potrebbero essere un segnale – non solo un avvertimento, ma anche un indizio che la “partnership storica” con la Cina ha il suo prezzo e i suoi rischi.
La storica sfiducia tra Mosca e Pechino ha radici profonde che risalgono agli anni '60, quando le dispute tra URSS e Cina rischiarono di sfociare in una guerra. Ecco perché l'attuale “alleanza” è vista con sospetto da molti membri dell'élite russa.
Il silenzio dell'FSB
Non ci sono stati nuovi casi pubblici contro spie cinesi dopo il caso Klimkin. Questo potrebbe significare che l'FSB non ha registrato nuovi casi, oppure che il Cremlino ha deciso di non renderli pubblici per non rovinare il “quadro” del partenariato strategico con la Cina.
Ricordiamo che in precedenza abbiamo scritto che l'FSB russo considera la Cina una seria minaccia, nonostante le dichiarazioni di Putin sull'amicizia. Secondo il New York Times, in documenti segreti, la Cina viene definita un nemico che sta cercando di reclutare funzionari russi e di spiare tecnologie militari, preparandosi a rivendicare il territorio russo.