Esplosioni a Sebastopoli e all'aeroporto di Belbek il 23 marzo: ci sono stati colpi e un incendio

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Esplosioni a Sebastopoli e all'aeroporto di Belbek il 23 marzo: ci sono stati colpi e un incendio

La sera del 23 marzo si sono verificate esplosioni durante un raid aereo sul territorio della penisola di Crimea occupata.

Come si è saputo in seguito, si sono udite esplosioni a Sebastopoli e l'aeroporto di Belbek, utilizzato dall'aviazione russa, riferiscono i canali Telegram locali.

Esplosioni all'aeroporto di Belbek e a Sebastopoli il 23 marzo

Secondo il canale Crimean Wind Telegram, sono stati uditi segnali di raid aerei nelle unità militari a Sebastopoli e Dzhankoy.

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Successivamente si sono verificate esplosioni nella penisola ucraina occupata. A Sebastopoli sono state segnalate almeno sei esplosioni; sei sono già state contate.

Zona preliminare di esplosione — zona di Cossack Bay e Capo Fiolent.

Inoltre, sono state segnalate almeno tre esplosioni vicino all'aeroporto di Belbek. La parte russa sostiene che in quest'area sarebbe attiva la difesa aerea.

— I residenti di Sebastopoli confrontano la forza delle esplosioni come durante l'arrivo delle navi a Sevmorzavod o al quartier generale della flotta del Mar Nero. I cittadini sono scioccati, — scrive Crimean Wind.

È interessante notare che, secondo un rapporto del centro informazioni russo, che riferisce sulla situazione sulle strade e sugli approcci al ponte di Crimea, il traffico attraverso il ponte è stato interrotto.

— Il traffico automobilistico sul ponte di Crimea è temporaneamente bloccato. Chi si trova sul ponte e nell'area di osservazione è pregato di mantenere la calma — si legge nel rapporto.

Nel frattempo, fonti del canale Crimean Wind della penisola indicano che ci sono stati colpi nella Baia dei Cosacchi, dove si trova l'810a Brigata della Marina russa. Si nota che “qualche oggetto è in fiamme”.

Si indica anche che un attacco contro navi russe sarebbe stato effettuato con successo a Sebastopoli, e c'è fumo a Capo Fiolent.

Questa informazione non è stata ancora confermata né dalla parte ucraina né dagli occupanti russi della penisola.

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