La sentenza del tribunale è diventata definitiva, l'imputato non si è espresso il desiderio di contestare il verdetto.
Un tribunale della città di Chemnitz ha dichiarato un uomo moldavo di 37 anni colpevole di aver ucciso una ragazza ucraina che, insieme a sua madre, aveva ricevuto asilo in Germania dopo l'inizio dell'invasione russa su vasta scala. Secondo la sentenza del tribunale, l'uomo dovrà scontare l'ergastolo.
Lo riporta BILD.
I giudici hanno tenuto conto anche della particolare gravità del reato, che lo rende è praticamente impossibile che il condannato venga rilasciato prima del previsto dopo 15 anni di reclusione. Il verdetto del tribunale è diventato definitivo, l'imputato non ha espresso alcuna volontà di presentare ricorso contro il verdetto.
Secondo le indagini, l'uomo ha rintracciato Valeria, 9 anni, mentre stava andando a scuola, l'ha trascinata dentro la foresta e la strangolò. Dopo aver commesso il crimine, l'assassino fuggì dalla Germania, ma fu arrestato a Praga 11 giorni dopo. Il sospettato è stato poi estradato in Germania, dove è comparso in tribunale.
Si sa che l'uomo aveva una relazione stretta con la madre di Valeria, ma pochi giorni prima dell'omicidio la donna aveva interrotto i rapporti con lui. Secondo gli inquirenti, l'omicidio di Valeria potrebbe essere stato una vendetta da parte della madre.
Ricordiamo che Valeria, di nove anni, è scomparsa il 3 giugno: era uscita di casa per prendere l'autobus per andare a scuola, ma non si è più presentata. Il corpo della ragazza fu ritrovato non lontano da casa sua, nella foresta, solo 10 giorni dopo. Si sospetta anche che l'omicidio della ragazza sia stato causato dal precedente compagno della madre, che viveva nella casa accanto. Ma si è scoperto che aveva un alibi assoluto.
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