Gli Stati Uniti revocano le sanzioni sullo sviluppo della centrale nucleare di Paks con la partecipazione di Rosatom – Ministero degli Esteri ungherese

Punti principali

  • Gli Stati Uniti avrebbero revocato le sanzioni che limitavano lo sviluppo della centrale nucleare ungherese di Paks, alla quale partecipa anche Rosatom.
  • Il ministro degli Esteri ungherese accoglie con favore la decisione che consentirà al Paese di essere autosufficiente dal punto di vista elettrico fino al 2035.

Gli Stati Uniti avrebbero revocato le sanzioni sull'espansione della centrale nucleare ungherese di Paks / Foto AP

Gli Stati Uniti avrebbero revocato le sanzioni che limitavano lo sviluppo della centrale nucleare ungherese di Paks. L'ampliamento dell'impianto è stato affidato alla società russa Rosatom.

Le restrizioni sono state introdotte durante la presidenza di Joe Biden, riporta 24 Kanal , citando Híradó.

Cosa prevedevano le sanzioni contro lo sviluppo di centrali nucleari?

Secondo il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto, le restrizioni hanno di fatto bloccato il proseguimento della costruzione di unità nucleari nell'unica centrale nucleare del Paese, la centrale nucleare di Paks.

Con una di queste sanzioni si è cercato di rendere impossibile la sicurezza dell'approvvigionamento energetico a lungo termine dell'Ungheria, ha affermato il ministro degli Esteri ungherese.

Szijjarto ha accolto con favore la decisione dell'attuale amministrazione statunitense, affermando che da gennaio la Casa Bianca ha un presidente che considera l'Ungheria un'amica. Ha osservato che la revoca delle sanzioni consentirebbe al Paese di autoprodurre energia elettrica fino al 2035.

Secondo quanto riportato dai media, non sono disponibili dettagli pubblici sulle sanzioni specifiche revocate. È noto che l'ampliamento della centrale nucleare di Paks è in corso con la partecipazione di Rosatom.

Tra l'altro, Ungheria e Slovacchia hanno recentemente bloccato un nuovo pacchetto di sanzioni dell'UE contro la Russia, esprimendo disaccordo con il piano della Commissione europea di rifiutare le risorse energetiche russe. In quell'occasione, Peter Szijjarto ha affermato che Budapest non intende più sostenere l'Ucraina, poiché i piani di Bruxelles, a suo avviso, minacciano la sicurezza energetica del Paese.

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