Il parlamento olandese ha ufficialmente riconosciuto la deportazione dei tatari di Crimea nel 1944 come genocidio. La relativa risoluzione è stata sostenuta dalla Camera bassa durante la votazione.
I Paesi Bassi riconoscono la deportazione dei tatari di Crimea come genocidio
Il documento parla della deportazione di massa dei tatari di Crimea, avvenuta per ordine del governo sovietico nel 1944. Gli autori della risoluzione sottolineano che questa deportazione, durante la quale più di 190 mila persone furono prelevate dalla penisola, presenta tutte le caratteristiche del genocidio secondo i moderni standard internazionali.
La risoluzione menziona anche che da quando la Russia ha iniziato a occupare la Crimea nel 2014, i tatari di Crimea sono nuovamente diventati bersaglio di repressione, con molti arrestati, torturati o scomparsi senza motivo. Il documento osserva che la Russia “sta molto probabilmente continuando la sua politica di genocidio” contro il popolo tatario di Crimea.
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I parlamentari olandesi hanno chiesto al governo di rivolgersi agli altri paesi dell'UE per garantire che il reato venga riconosciuto simultaneamente nel maggior numero possibile di paesi.
La reazione dell'Ucraina a sostegno dei Paesi Bassi
Dopo l'adozione della risoluzione, il consigliere del presidente dell'Ucraina Andriy Sybiga ha ringraziato il parlamento olandese per questa decisione.
“Si tratta di un forte gesto di solidarietà con il popolo tataro di Crimea, che è ancora perseguitato durante l'occupazione temporanea della Crimea ucraina”, ha scritto sui social media.
Andrei Sibiga ha sottolineato che il riconoscimento di questa ingiustizia storica è fondamentale non solo per stabilire verità e giustizia, ma anche per prevenire crimini futuri.
I Paesi Bassi sono diventati il settimo paese al mondo, oltre all'Ucraina, a riconoscere ufficialmente la deportazione dei tatari di Crimea come genocidio. Lituania, Lettonia, Canada, Polonia, Estonia e Repubblica Ceca lo avevano già fatto in precedenza.