La sera del 20 giugno si è tenuta una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, convocata su richiesta dell'Ucraina in seguito all'ultimo massiccio attacco della Russia nella notte del 17 giugno.
Riunione del Consiglio di sicurezza dell'ONU del 20 giugno: cosa si sa
Nel corso dell'incontro, il Segretario generale aggiunto delle Nazioni Unite Miroslav Jenči ha parlato della situazione in Ucraina, sottolineando che nelle ultime tre settimane i combattimenti si sono intensificati e si sono estesi a nuove regioni, costringendo sempre più persone ad abbandonare le proprie case.
“Abbiamo assistito agli incessanti attacchi aerei su larga scala della Russia contro le città e i paesi ucraini, che hanno causato un aumento significativo del numero di vittime civili”, ha affermato.
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E ha ricordato che nella notte tra il 16 e il 17 giugno, droni e missili russi hanno colpito Kiev, uccidendo 28 civili e ferendone più di 130.
Inoltre, secondo lui, quella notte sono stati effettuati scioperi nelle regioni di Odessa, Zaporizhia, Cernigov, Zhitomir, Kirovograd, Nikolaev e Kiev.
“Questa portata di morte e distruzione minaccia le speranze di un cessate il fuoco immediato e mina le prospettive di una pace sostenibile”, ha affermato Yenci.
E ha citato gli ultimi dati delle Nazioni Unite sul numero delle vittime dell’invasione russa su vasta scala: almeno 13.438 civili sono stati uccisi, tra cui 713 bambini.
In conclusione, ha osservato che “la posizione delle Nazioni Unite rimane di principio: a sostegno di una pace giusta e sostenibile in conformità con la Carta delle Nazioni Unite, il diritto internazionale, le risoluzioni pertinenti e nel rispetto dell'indipendenza, della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale”.
Yenchi ha ricordato che il Segretario generale ha chiesto un cessate il fuoco completo, immediato e incondizionato come primo passo importante verso questi obiettivi.
“Dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi affinché il processo diplomatico non solo continui, ma diventi anche irreversibile. L'ONU è pronta a sostenere ogni sforzo significativo in questo senso”, ha riassunto l'assistente del Segretario Generale.