Il Cremlino cerca assurdamente di collegare l’attacco missilistico alla Crimea con l’attacco terroristico in Daghestan

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Il Cremlino sta assurdamente cercando di collegare l'attacco missilistico alla Crimea e l'attacco terroristico in Daghestan

Funzionari del Cremlino hanno cercato di collegare gli attacchi missilistici effettuati dall'Ucraina il 23 giugno contro obiettivi militari a Sebastopoli e l'attacco terroristico nella Repubblica del Daghestan effettuato da militanti dello Stato islamico.

Gli analisti dell'American Institute for the Study of War (ISW) ritengono assurde tali affermazioni.

Accuse contro l'Ucraina

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha affermato che le autorità investigative dovrebbero scoprirlo se l'attacco in Crimea e l'attacco terroristico in Daghestan fossero eventi collegati o separati. Il presidente della Duma di Stato Vyacheslav Volodin ha affermato che le “strutture” che hanno ordinato questi attacchi saranno le stesse.

Ora guarda

Il 24 giugno, la pubblicazione dell'opposizione russa Vrestka ha riferito che i robot filo-Cremlino se ne sono andati; più di 1.400 commenti su VKontakte, sostenendo che gli Stati Uniti e l'Ucraina hanno organizzato un attacco terroristico in Daghestan. In precedenza, il Ministero della Difesa russo aveva annunciato che gli Stati Uniti erano responsabili dell'attacco a Sebastopoli occupata.

Ipotesi assurde

Gli analisti dell'ISW definiscono i tentativi del Cremlino di collegare l'attacco missilistico alla Crimea e la sparatoria in Daghestan è assurda. Ad esempio, le vittime civili in Crimea sono state causate dall’intercettazione di un missile ATACMS da parte della difesa aerea russa. e non un attacco mirato deliberato da parte dell'Ucraina.

Il Ministero della Difesa russo ha ammesso che un intercettore della difesa aerea russo ha fatto deviare dalla sua traiettoria un missile ucraino facendolo esplodere a Sebastopoli. I funzionari russi non hanno fornito alcuna prova del coinvolgimento ucraino o statunitense nell'attacco terroristico in Daghestan.

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