Il Pentagono ha affermato che il programma nucleare iraniano è stato ritardato di due anni a causa dei recenti attacchi statunitensi su siti chiave.
Lo ha riferito ABC News, citando il portavoce del Pentagono Sean Parnell.
Quali sono le perdite dell'Iran dopo gli attacchi americani: valutazione del Pentagono
Sean Parnell, in un commento ad ABC New, ha confermato la posizione dell'amministrazione Donald Trump in merito all'efficacia dell'operazione contro le capacità nucleari iraniane.
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“(Il programma nucleare iraniano, ndr) è in ritardo di uno o due anni. Credo che si tratti più probabilmente di due anni”, ha detto il portavoce del Pentagono.
Questa valutazione contrasta con le conclusioni dell'AIEA, il cui direttore generale Rafael Grossi la scorsa settimana ha avvertito che Teheran potrebbe riprendere l'arricchimento dell'uranio entro pochi mesi.
Secondo Parnell, l'operazione americana ha causato danni non solo materiali ma anche psicologici al programma iraniano.
L'impiego di bombardieri a lungo raggio, capaci di restare in volo per quasi 37 ore consecutive, dimostrò la serietà delle intenzioni di Washington.
“Non si tratta solo di uranio arricchito, centrifughe o cose del genere. Abbiamo distrutto i componenti necessari per costruire la bomba”, ha sottolineato il portavoce.
Ricordiamo che dopo gli attacchi americani del 23 giugno, l'Iran ha chiuso l'accesso dell'AIEA ai suoi impianti nucleari.
Ciò causò scalpore tra i leader mondiali.
In particolare, il presidente francese Emmanuel Macron ha affermato che il ritiro dell’Iran dall’AIEA potrebbe provocare una reazione a catena e minare l’intero sistema di non proliferazione nucleare.