La guida suprema dell'Iran, Khamenei, scompare mentre inizia la lotta per il potere nel Paese – NYT

Il capo supremo dell'Iran scompare: il NYT riporta la lotta di potere nel Paese bombardato

Ali Khamenei

La Guida Suprema dell'Iran, l'Ayatollah (titolo onorifico tra i musulmani sciiti), Ali Khamenei, 86 anni, non si vede in pubblico da quasi una settimana. L'assenza ha sorpreso e sconcertato tutti, dagli addetti ai lavori politici al grande pubblico, alimentando in Iran le speculazioni su un possibile colpo di Stato.

Il New York Times ne parla più approfonditamente.

Martedì, un presentatore della televisione di Stato iraniana ha posto una domanda che è stata nella mente di molte persone in Iran.

“La gente è molto preoccupata per la guida suprema”, ha detto martedì il presentatore a un funzionario dell'ufficio dell'Ayatollah Ali Khamenei. “Può dirci come sta?”

Ma il funzionario Mehdi Fazaeli, capo del dipartimento degli archivi di Khamenei, non ha fornito una risposta diretta.

Khamenei, a cui spetta l'ultima parola sulle decisioni chiave in Iran, non si è fatto vedere né sentire in pubblico per quasi una settimana, nonostante la straordinaria crisi che il suo Paese sta attraversando.

L'ayatollah era rintanato in un bunker e tenuto fuori dalle comunicazioni elettroniche per prevenire tentativi di assassinio, hanno detto i funzionari. Non ci sono informazioni ufficiali sulle sue condizioni o sul suo coinvolgimento in decisioni chiave.

Il suo silenzio pubblico ha generato una valanga di speculazioni e dubbi: quanto è stato coinvolto Khamenei nelle ultime decisioni di cessate il fuoco con Israele? Ha il controllo del Paese? È ferito, malato o addirittura vivo?

In assenza dell'ayatollah, politici e comandanti militari stanno stringendo alleanze e contendendosi il potere. Queste fazioni hanno visioni diverse su come l'Iran dovrebbe portare avanti il suo programma nucleare, i negoziati con gli Stati Uniti e il confronto con Israele.

La fazione che ora sembra avere la meglio sta spingendo per moderazione e diplomazia, hanno affermato quattro funzionari. Tra di loro c'è il presidente iraniano Masoud Pezeshkian, che ha pubblicamente promesso di tornare al tavolo delle trattative con gli Stati Uniti anche dopo che Trump ha bombardato gli impianti nucleari iraniani. Tra gli alleati di Pezeshkian figurano il capo della magistratura, vicino alla Guida Suprema, e il nuovo comandante delle forze armate.

Secondo la pubblicazione, il governo iraniano starebbe cercando di cavalcare l'onda del fervore nazionalista emersa in risposta ai devastanti attacchi aerei israeliani.

Ma ci sono anche altre fazioni che lottano per ottenere influenza, affermano i funzionari.

Una fazione conservatrice rivale, guidata dall'influente estremista Said Jalili, ha criticato pubblicamente il presidente e il suo ministro degli Esteri, mettendo in dubbio la legittimità di quello che ha definito il cessate il fuoco “a sorpresa” e condannando qualsiasi ritorno ai colloqui sul nucleare con gli Stati Uniti.

In precedenza era stato riferito che Ali Khamenei aveva scelto tre successori che avrebbero potuto sostituirlo in caso di sua morte improvvisa.

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