È stato aperto un procedimento penale contro un cittadino russo che ha chiesto aiuto per trovare e arrestare il capo del Cremlino in base all'articolo sul “teppismo commesso per motivi di odio”.
Grigory Ivanenko, residente nella città russa di San Pietroburgo, che aveva annunciato pubblicamente una taglia per la cattura del presidente russo Vladimir Putin, è stato condannato dal tribunale a sottoporsi a cure psichiatriche obbligatorie.
Lo ha riferito il Moscow Times citando il servizio stampa del tribunale di San Pietroburgo.
Il tribunale distrettuale di Krasnoselsky ha ritenuto Ivanenko colpevole ai sensi dell'articolo penale per “teppismo commesso per motivi di odio”.
Tuttavia, l'imputato è stato scagionato dalla responsabilità penale: il tribunale ha deciso di ricoverarlo in ospedale per sottoporlo a un ciclo di cure psichiatriche.
Secondo gli inquirenti, il 29 aprile 2024, Ivanenko si è presentato all'ufficio di registrazione e arruolamento militare di Krasnoselsky e ha affisso un annuncio sulla ricerca di Putin sul tabellone informativo. L'uomo ha offerto una ricompensa di un milione di rubli per l'assistenza nel suo arresto.
Come riporta il Moscow Times, sullo sfondo della guerra con l'Ucraina, la Russia ha ripreso a ricorrere attivamente a una pratica radicata nel passato sovietico: il trattamento psichiatrico forzato dei cittadini con idee opposte.
Secondo il Memorial Human Rights Center, alla fine di febbraio 2025, tali misure erano state applicate ad almeno 48 imputati in casi di matrice politica. In particolare, 46 persone sono state ricoverate in istituti psichiatrici per cure, mentre altre due sono state inserite nei registri ambulatoriali, mentre scontavano la pena in carcere.
Secondo Memorial, 13 di questi individui condannati sono stati perseguitati per il loro disaccordo con l'invasione su vasta scala dell'Ucraina da parte della Russia.
Ricordiamo che la Corte penale internazionale ha emesso un mandato di arresto nei confronti del presidente russo Vladimir Putin per un crimine di guerra connesso alla deportazione di bambini ucraini.
La minaccia di arresto nei Paesi che hanno ratificato lo Statuto di Roma ha costretto il capo del Cremlino a rifiutarsi di presenziare di persona al vertice dei BRICS in Brasile.