La mattinata si è rivelata calda a Sochi. Lì hanno trascorso diverse ore a spegnere un grande incendio scoppiato vicino all'aeroporto. I russi sostengono che il loro deposito petrolifero sarebbe stato attaccato da un drone.
La mattina del 20 settembre a Sochi si è verificato un grande incendio. Non lontano dall'aeroporto di Adler è andato a fuoco un deposito di petrolio, riferisce24 Channel.
I russi si lamentano del drone
Secondo i media russi, la causa dell'incendio in un serbatoio di gasolio è stato un attacco di droni. Un drone kamikaze si sarebbe schiantato contro un deposito petrolifero.
I russi affermano che l'incendio è già stato domato. Sul posto stanno lavorando i dipendenti della commissione investigativa e dei servizi speciali.
Ricordiamo che l'emergenza si è verificata intorno alle 5:15. Un'enorme colonna di fumo si è alzata sulla città. E la gente del posto ha segnalato il rumore di un'esplosione.
Successivamente gli occupanti hanno annunciato che nella regione di Adler bruciava un serbatoio con 1.200 tonnellate di cherosene. I russi sostengono che l’epidemia potrebbe essere stata il risultato di un attacco di droni. L'area dell'incendio era di circa 100 metri quadrati, hanno notato i propagandisti.
La maratona del “cotone” continua in Russia: ultime notizie
- Il 17 settembre, i russi si sono lamentati dell'attacco di droni sconosciuti a un deposito petrolifero a Orel. Lì è scoppiato un potente incendio.
- Per due giorni gli abitanti di Shebekino sono stati piuttosto spaventati. Il 17 settembre lì suonò una sirena. I media locali hanno scritto dell'arrivo in una delle imprese della città. Nel frattempo, l'amministrazione ha prima negato qualsiasi arrivo, e poi ha ammesso che un proiettile ha colpito il territorio di un'impresa industriale al di fuori di una zona residenziale. Hanno definito l'attivazione della sirena un “errore tecnico”.
- Il 19 settembre si sono udite esplosioni anche in città. Oggi si sa che gli “alieni” riuscirono a danneggiare le linee elettriche.