Le agenzie di intelligence britanniche hanno condotto una straordinaria operazione globale, dedicando due decenni alla caccia di un presunto agente doppiogiochista russo al centro dell'MI6.
Per quasi vent'anni, le agenzie di intelligence britanniche MI5 e MI6 hanno condotto un'operazione di vasta portata, nome in codice Operazione Wedlock, per smascherare un alto ufficiale dell'MI6 sospettato di lavorare per la Russia. L'indagine “altamente insolita”, iniziata a metà degli anni '90 e conclusasi nel 2015, è stata innescata da informazioni della CIA sulla presunta spia.
Ne parla il Daily Mail.
C'erano seri timori che un ufficiale dei servizi segreti britannici a Londra stesse passando informazioni riservate a Mosca.
Rischi incredibili e mancanza di prove
L'operazione Wedlock è stata l'operazione più lunga e probabilmente la più costosa nella storia recente dell'MI5, con il coinvolgimento di 35 ufficiali di sorveglianza, pianificazione e analisi in viaggio in tutto il mondo.
Durante le indagini, ci sono stati casi in cui la squadra di sorveglianza si è recata in Medio Oriente senza il permesso del governo locale, esponendosi al rischio di violare il diritto internazionale. Agli agenti sono state date istruzioni chiare: se fossero stati arrestati, sarebbero stati lasciati soli, senza supporto.
Nonostante tutti i loro sforzi, l'agenzia di spionaggio non ha mai ricevuto “prove convincenti” dell'esistenza della talpa. Ciò significa che esiste la possibilità che l'agente doppiogiochista stia ancora spiando per la Russia. Una fonte sostiene che gli americani fossero convinti dell'esistenza di una talpa russa nell'intelligence britannica e la chiamassero “sospetto 1A”.
Il confronto con Philby e un esito incerto
All'interno dell'organizzazione si temeva di avere a che fare con “un altro Philby”, un riferimento al famigerato agente doppiogiochista dell'MI6 Kim Philby, fuggito a Mosca nel 1963. intercettazioni telefoniche e telecamere nascoste.
Nonostante le ingenti risorse e il tempo investiti nell'operazione, il suo successo resta discutibile a causa della mancanza di prove concrete.
“L'MI5 non ha mai ottenuto le prove concrete che cercava. Hanno detto che se non era lui, forse l'MI6 doveva ancora trovare la talpa”, ha detto una fonte vicina alle indagini.
Ciò lascia aperta la questione se il doppio agente sia ancora attivo.
Ricordiamo che un enorme scandalo di spionaggio ha scosso la Svizzera. Un alto ufficiale dell'unità informatica del Servizio informazioni federale svizzero (SIC) avrebbe trasmesso dati segreti all'azienda russa di sicurezza informatica Kaspersky Lab, che li avrebbe forniti ai servizi segreti russi. In Svizzera, si ritiene che per almeno 5 anni i segreti del Paese siano finiti direttamente nelle mani del Cremlino.