L'esercito statunitense nell'Artico impara la lezione dalla guerra tra Russia e Ucraina: il clima è ostile quanto la geopolitica…

Gli Stati Uniti hanno avviato esercitazioni militari su larga scala nell'Artico, sfruttando l'esperienza maturata durante la guerra in Ucraina.

L'esercito americano nell'Artico

L'esercito statunitense ha lanciato un'importante esercitazione nell'Artico, sfruttando le lezioni apprese dalla guerra tra Russia e Ucraina. L'obiettivo principale non è solo imparare a sopravvivere al freddo di febbraio, ma anche prepararsi a una possibile risposta militare in una regione in cui clima e geopolitica sono altrettanto ostili.

Lo segnala GIZMODO.

Gli Stati Uniti hanno rafforzato la loro presenza nell'Artico con esercitazioni che combinano tecnologia all'avanguardia, tattiche e capacità di adattamento al freddo estremo. Queste esercitazioni affrontano direttamente le sfide che l'esercito ha dovuto affrontare in Ucraina. Tutti i segnali indicano che l'Artico diventerà il prossimo grande conflitto globale.

Sotto la guida dell'11ª Divisione Aviotrasportata, nota come “Angeli dell'Artico”, le truppe statunitensi si sottopongono a un rigoroso addestramento al combattimento. Sfidano temperature fino a -35 °C, testando armi, impianti di innevamento, sistemi di comunicazione e veicoli in uno degli ambienti più ostili del pianeta. Le manovre sono direttamente collegate all'esperienza di combattimento in Ucraina, secondo il Colonnello James Howell, comandante del 2° Brigade Combat Team.

“Stiamo adattando la nostra capacità di sopravvivere, combattere e vincere in condizioni simili a quelle artiche”, ha spiegato.

L'obiettivo è trasformare ogni esercitazione in un laboratorio di innovazione tattica. Il centro operativo si trova presso la Black Rapids Training Area in Alaska, specializzata nella guerra in condizioni meteorologiche estreme. Lì, ci si addestra non solo a combattere, ma anche a sopravvivere. Ufficiali e sottufficiali seguono un nuovo programma che insegna loro come resistere, operare e gestire condizioni estreme.

Oltre all'addestramento militare, c'è una chiara ragione geopolitica. L'Artico si sta trasformando in una nuova arena per la competizione globale. I ghiacci nella regione si stanno gradualmente sciogliendo, aprendo nuove rotte commerciali e accesso alle risorse naturali. Questo sta aumentando le tensioni tra paesi come Stati Uniti, Russia e Cina.

Washington è preoccupata per la crescente presenza di truppe russe in Siberia e per la sua flotta di rompighiaccio nucleari, perché non vuole perdere la sua influenza o la sua capacità di risposta nell'Artico. La guerra in Ucraina è diventata un duro monito: preparatevi a tutti i possibili scenari, anche i più estremi.

Pertanto, mentre l'attenzione si concentra sull'area Asia-Pacifico e sull'Europa orientale, l'Artico sta diventando l'asse centrale della strategia statunitense. In questo nuovo assetto di potere, l'adattamento al freddo non è più un vantaggio, ma una necessità vitale.

Ricordiamo che Donald Trump ha smentito le informazioni della CNN secondo cui gli attacchi americani non avrebbero distrutto elementi chiave del programma nucleare iraniano. Trump ha definito questi attacchi “uno degli attacchi militari di maggior successo della storia”. Secondo lui, “gli impianti nucleari in Iran sono stati completamente distrutti”.

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