Notate le parole di Zelensky: la CE ha licenziato il traduttore per una possibile violazione della sicurezza

La Commissione europea ha interrotto la collaborazione con un traduttore che lavorava durante i vertici dell'UE a causa di preoccupazioni circa possibili violazioni delle norme di sicurezza.

La decisione è legata alla situazione venutasi a creare con la partecipazione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky a una riunione del Consiglio europeo, scrive Politico.

Il traduttore ha preso appunti durante la riunione del Consiglio europeo

La Commissione europea ha confermato che l'incidente è avvenuto il 19 dicembre 2024, durante una riunione a porte chiuse del Consiglio europeo, alla quale ha partecipato Volodymyr Zelensky.

Ora sto guardando

Secondo le informazioni ufficiali, il traduttore avrebbe tenuto appunti scritti, il che costituisce una palese violazione delle norme interne.

In conformità con il codice di condotta della Commissione europea, è vietato prendere appunti scritti durante le riunioni in cui si discutono questioni di difesa e sicurezza.

Tali restrizioni vengono messe in atto per ragioni di sicurezza, in particolare per impedire lo spionaggio o la fuga di informazioni riservate a stati ostili come la Russia.

Gli appunti sono stati immediatamente confiscati. Dopo aver esaminato attentamente i fatti, la Commissione ha adottato misure appropriate per impedire che un simile incidente si ripetesse. In questo caso specifico, è stato deciso che i servizi di questo interprete non sarebbero più stati utilizzati in futuro, ha dichiarato la Commissione in una nota.

Secondo quanto riportato dal quotidiano francese Le Monde, il traduttore era un freelance assunto per facilitare le comunicazioni tra i leader dell'UE e il presidente ucraino.

L'UE intensifica le misure di sicurezza

Questa situazione si è verificata nel contesto di un generale rafforzamento delle misure di sicurezza all'interno delle istituzioni europee. Negli ultimi anni, l'UE ha indagato su diversi casi legati a sospetti episodi di spionaggio.

Nel 2023, il personale della Commissione europea è stato ufficialmente avvertito di una minaccia “reale” da parte di agenti stranieri. Nello stesso anno, il Parlamento europeo ha imposto sanzioni all'ex eurodeputata lettone Tatjana Ždanoka, sospettata di collaborare con l'FSB russo.

In risposta a tali minacce, Bruxelles sta rafforzando i controlli interni e monitorando sempre più il rispetto delle procedure di sicurezza da parte di tutti i dipendenti, compresi i lavoratori temporanei.

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