Peskov ha affermato che le sanzioni non costringeranno la Russia a porre fine alla guerra contro l'Ucraina.

Punti principali

  • La Russia non ha intenzione di cambiare la sua posizione sulla guerra, nonostante la crescente pressione delle sanzioni, ritenendo le sanzioni occidentali inutili e illegali.
  • Il Cremlino afferma che le nuove sanzioni dell'UE non costringeranno la Russia a sedersi al tavolo dei negoziati e che la pressione economica non può forzare i colloqui.

Peskov ha respinto l'idea di negoziati sotto la pressione delle sanzioni / Foto Getty Images

Mosca non prevede di cambiare la sua posizione sulla guerra contro l'Ucraina, nonostante la crescente pressione delle sanzioni. Il Cremlino considera tali misure occidentali inutili e persino illegali. Allo stesso tempo, le autorità russe assicurano di aver già imparato a superare le conseguenze delle restrizioni economiche.

Il portavoce del presidente russo Dmitrij Peskov ha dichiarato pubblicamente che nemmeno l'ultimo pacchetto di sanzioni dell'UE costringerà la Russia a sedersi al tavolo dei negoziati. A suo dire, il Cremlino reagirà alle nuove restrizioni, considerandole una pressione che non può essere imposta con la forza. Lo ha riportato 24 Kanal, citando Die Welt.

La Russia rifiuta la coercizione per negoziare

Egli sostiene che “solo la logica e le argomentazioni” possono costituire la base per i negoziati, ma non la pressione economica o politica.

Secondo Peskov, Mosca ha sviluppato una certa resistenza alle restrizioni occidentali ed è in grado di minimizzarne le conseguenze. Allo stesso tempo, il Cremlino considera le sanzioni “illegali” e danneggiano anche l'economia europea. Secondo il portavoce del Cremlino, il previsto 18° pacchetto di sanzioni dell'UE non porrà fine alla guerra aggressiva della Russia contro l'Ucraina.

Mosca ha ripetutamente affermato che l'UE stessa sta subendo danni ancora maggiori a causa delle sanzioni, ad esempio rifiutandosi di acquistare materie prime russe.

Il 10 giugno la Commissione europea ha proposto un pacchetto di 18 sanzioni contro la Russia, incentrate sulla riduzione delle entrate energetiche di Mosca e sulle restrizioni al complesso militare-industriale.

Allo stesso tempo, non tutti i membri dell'UE sostengono misure più severe contro il Cremlino. Il Primo Ministro slovacco Robert Fico ha dichiarato che la Slovacchia non voterà un nuovo pacchetto di sanzioni perché teme le conseguenze sulla sicurezza energetica del Paese dopo il 2027.

Egli sostiene che la politica sanzionatoria deve tenere conto delle realtà dei paesi dell'Europa centrale, che dipendono in modo significativo dalle risorse energetiche russe.

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