Si è appreso quali dati di intelligence hanno convinto Israele e gli Stati Uniti che l'Iran aveva raggiunto il punto di non ritorno nel suo tentativo di ottenere armi nucleari.
I giornalisti dell'Economist hanno appreso il contenuto del dossier israeliano sullo stato di avanzamento del programma nucleare iraniano.
Cosa hanno imparato Israele e gli Stati Uniti sul programma nucleare iraniano
“Queste prove hanno spinto le forze di sicurezza israeliane a sostenere l'attacco. Sono state dimostrate all'America e ad altri partner occidentali. Probabilmente svolgono un ruolo importante nelle decisioni sull'eventuale sostegno alla guerra”, si legge nel rapporto.
The Economist non ha visionato direttamente il materiale, ma ha ottenuto informazioni esclusive da una fonte attendibile che forniscono informazioni sui dossier condivisi da Israele con i suoi alleati, nonché sulle affermazioni fatte sull'uranio arricchito e sull'accelerazione del programma iraniano.
Ora sto guardando
Il dossier contiene due prove fondamentali a sostegno di questa affermazione.
La prima è che il team scientifico iraniano ha nascosto una quantità di materiale nucleare il cui stato di arricchimento è poco chiaro, sconosciuto agli osservatori dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica, l'organismo di controllo nucleare delle Nazioni Unite.
Il 9 giugno l'AIEA ha stimato che l'Iran possiede scorte ufficiali pari a oltre 400 kg di uranio altamente arricchito.
La seconda prova riportata era che gli scienziati avevano accelerato il loro lavoro e stavano per incontrare i comandanti del corpo missilistico iraniano.
Nella nota pubblicata si legge: apparentemente, in preparazione del futuro accoppiamento di una testata nucleare con un missile.
Cosa si sa del programma nucleare iraniano
Gran parte delle precedenti ricerche e attività dell'Iran in materia di armi nucleari erano già di dominio pubblico.
L'AIEA ha pubblicato diversi rapporti documentati, basati in parte su informazioni fornite da Israele e da altri Paesi.
Nel 2018, un team dell'Università di Harvard ha pubblicato la propria analisi dei documenti iraniani rubati da Israele.
Le fonti descrivono gli sforzi di lunga data dell'Iran per creare un nucleo di uranio per la bomba e gli esplosivi per innescare una reazione a catena, nonché programmi per posizionare un carico sferico sul missile balistico iraniano Shahab-3.
In un rapporto pubblicato il 31 maggio, l'AIEA ha affermato che nel 2003 l'Iran aveva pianificato di condurre quello che l'Istituto per la scienza e la sicurezza internazionale definisce un test a freddo, ovvero un'arma nucleare simulata che utilizza uranio naturale o impoverito anziché uranio per uso militare.
Le valutazioni dell'intelligence israeliana riecheggiano alcune di queste informazioni, sostenendo che un gruppo di scienziati iraniani ha lavorato per anni alla ricerca palese e segreta di armi.
Originariamente, l'iniziativa faceva parte del programma ufficiale di ricerca sulle armi nucleari dell'Iran, noto come AMAD, che fu interrotto nel 2003, probabilmente a causa del timore di un attacco americano.