Un vulcano negli Stati Uniti, rimasto in silenzio per oltre mille anni, si sta risvegliando: è una minaccia?

Il monte Rainier nello stato di Washington preoccupa nuovamente gli scienziati: sono state registrate più di 100 scosse di terremoto.

Martedì sono stati rilevati più di 100 piccoli terremoti sotto il Monte Rainier, nello stato di Washington, l'attività sismica più intensa nella regione degli ultimi 15 anni. Il vulcano si trova a soli 80 chilometri da Seattle e migliaia di persone vivono sulle sue pendici.

Ne parla il Daily Mail.

Secondo quanto affermato dall'U.S. Geological Survey (USGS), la serie di scosse è iniziata alle 4:29 del mattino del 9 luglio. Nessuna delle scosse ha superato la magnitudo 1,7, ma il loro numero e la loro profondità (da 1,2 a 3,7 miglia sotto la sommità del vulcano) hanno attirato l'attenzione degli scienziati.

L'USGS rassicura: non c'è motivo di farsi prendere dal panico. L'attuale livello di allerta per il Monte Rainier rimane “normale”, senza deformazioni del suolo o segnali anomali registrati. Tuttavia, si tratta del più grande “sciame” di terremoti sul vulcano dal 2009, e la regione ha registrato un'attività sismica più intensa dal 2020.

Il Monte Rainier è uno dei vulcani più pericolosi degli Stati Uniti. Sebbene non erutti da oltre mille anni, i suoi pendii contengono enormi quantità di neve, ghiaccio e terreno vulcanico. Un'eventuale eruzione potrebbe portare alla formazione di lahar, potenti colate di fango che potrebbero letteralmente spazzare via intere comunità.

Centinaia di migliaia di residenti di Tacoma, South Seattle e altre città vivono di fatto sui resti di antichi lahar, in aree che saranno probabilmente le prime a essere colpite.

“Il Monte Rainier è il vulcano che mi tiene sveglia la notte”, ha ammesso in precedenza la vulcanologa Jess Phoenix. A suo avviso, la minaccia maggiore non sono le colate laviche, ma i lahar, che possono formarsi anche senza un'eruzione, a causa delle forti piogge o della graduale destabilizzazione dei pendii.

In passato, i lahar hanno causato gravi disastri. In particolare, l'eruzione del Nevado del Ruiz in Colombia del 1985 uccise 25.000 persone e una colata di fango inondò l'intera città di Armero. Negli Stati Uniti, anche l'eruzione del Monte Sant'Elena del 1980, a 80 chilometri da Rainier, rilasciò sale che distrusse centinaia di case e causò decine di vittime.

I vulcanologi stanno attualmente monitorando attentamente l'attività sotto il monte Rainier. Affermano che un'eruzione è inevitabile, ma l'attività sismica è un monito dei potenziali rischi. La regione viene monitorata per rilevare movimenti del terreno, temperatura, segnali infrasuoni e deformazioni dei pendii.

Allo stesso tempo, gli esperti invitano i residenti delle zone limitrofe a essere vigili e a sapere cosa fare in caso di emergenza.

Negli ultimi due decenni, il Monte Rainier ha visto miglioramenti significativi al suo sistema di monitoraggio del lahar, ufficialmente chiamato Mount Rainier Lahar Detection System. Include sismometri e altri sensori posizionati sia sui fianchi del vulcano che lungo i potenziali percorsi di colata di fango, in particolare nelle valli del fiume Puyallup e del torrente Tahoma.

Quando il sistema fu introdotto nel 1998, le capacità tecniche lasciavano molto a desiderare: a causa dei limiti della tecnologia dell'epoca, si verificava un ritardo tra la comparsa di un lahar e la sua rilevazione da parte dei dispositivi. Le moderne apparecchiature installate negli ultimi anni hanno permesso di garantire un rilevamento pressoché istantaneo della minaccia e la trasmissione del segnale in tempo reale.

Nel frattempo, i governi regionali stanno perfezionando i loro piani di evacuazione e le procedure di emergenza. Il 21 marzo 2024, oltre 45.000 studenti provenienti dai sobborghi a sud di Seattle e dalle aree a ovest di Rainier hanno partecipato a un'esercitazione di evacuazione su larga scala per lahar. Secondo l'U.S. Geological Survey, si è trattato della più grande esercitazione del genere al mondo.

Tali sforzi mirano ad aumentare la preparazione della regione a una possibile eruzione, una minaccia che gli esperti ritengono piuttosto concreta nel prossimo futuro.

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