“Volevamo fare un taglio netto”: Putin ha spiegato perché ha litigato con l'Occidente

Il dittatore Putin si è lamentato del fatto che, dopo il crollo dell'URSS, l'Occidente abbia deciso di dare alla Russia una “ragazza-ragazza”.

Il dittatore russo Vladimir Putin si è lamentato del fatto che, dopo il crollo dell'Unione Sovietica, i paesi occidentali hanno smesso di tenere in considerazione gli interessi della Russia e hanno cercato di “rimodellarla” per adattarla alle proprie esigenze.

Lo riportano i media di propaganda russi.

“L'Occidente ha deciso: se l'Unione Sovietica non esiste più, se la Russia si è indebolita, allora è possibile agire senza tener conto dei suoi interessi. Hanno iniziato a fare i furbi, a ritagliarsi le proprie risorse a proprio piacimento”, ha detto Putin.

Il dittatore ha dichiarato con sicurezza di “non voler tollerare” un simile atteggiamento e di voler essere “tenuto in considerazione”. Ha anche accusato l'Occidente di “atteggiamento sprezzante nei confronti degli interessi strategici statali della Federazione Russa”.

Putin ha inoltre ribadito la sua tesi preferita, secondo cui il crollo dell'URSS è stata la più grande catastrofe geopolitica del XX secolo, a seguito della quale “il popolo russo si è rivelato il popolo più diviso al mondo”. Il dittatore ha quindi insinuato che Mosca abbia rivendicazioni territoriali su tutti i paesi vicini in cui sia presente una “popolazione russofona”.

In precedenza, il Telegraph aveva rilasciato una dichiarazione allarmante secondo cui il dittatore Putin stava seriamente prendendo in considerazione la possibilità di un attacco nucleare.

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