Grazie ai cellulari, i “padrini” è riuscito a creare delle vere e proprie “chat” di gruppo con altri gangster.
Martedì 11 febbraio, 183 persone sono state arrestate nel capoluogo siciliano Palermo durante una grande operazione delle forze di sicurezza italiane che ha sventato un tentativo di riprendere le attività della mafia locale “Cosa Nostra”. Alla mega-operazione hanno preso parte 1.200 poliziotti.
Lo riporta Palermo Today.
Gli arrestati sono accusati di creazione di un'associazione a delinquere di stampo mafioso, tentato omicidio, estorsione con metodi mafiosi, traffico di droga, uso e detenzione di armi e gioco d'azzardo illegale.
L'inchiesta ha fatto emergere un nuovo tentativo di ristabilire il controllo di Cosa Nostra a Palermo e le sempre più strette alleanze della mafia siciliana con la 'Ndrangheta, la mafia calabrese.
Le perquisizioni hanno evidenziato la presenza di telefoni cellulari criptati nelle carceri, dove sofisticati dispositivi hanno consentito ai boss mafiosi dietro le sbarre di comunicare con l'esterno e persino di organizzare incontri tramite collegamento video.
Grazie ai cellulari, i “padrini” sono riusciti a creare delle vere e proprie “chat” di gruppo con altri gangster, alcuni liberi, altri in carcere, per discutere a lungo dei loro affari.
“Cosa Nostra continua a diffondere il suo fascino in certi ambienti, come le periferie, dove i giovani hanno poche alternative nella vita e si identificano con il potere ombra che la mafia si presenta come”, ha detto il procuratore di Palermo Maurizio De Lucia in una conferenza stampa sull'operazione.
Allo stesso tempo, il procuratore ha osservato che Cosa Nostra è attiva e presente sul territorio e comunica utilizzando strumenti e tecnologie innovative. Ha confermato che l'organizzazione vuole ristabilirsi a Palermo, ma questo non sta funzionando, anche se i dirigenti non hanno rinunciato al loro sogno di vecchia data. Allo stesso tempo, le indagini dimostrano che “centinaia di persone sono attivamente coinvolte in un'organizzazione criminale che sta facendo affari e sta cercando di riprendere forza”.
Il primo ministro Georgia Maloney si è congratulato per l'operazione e ha sottolineato che ora “la criminalità organizzata è sotto controllo”.
“Le intercettazioni [delle conversazioni mafiose] lo dimostrano chiaramente. “L'Italia è diventata un ostacolo per noi, dobbiamo andare”, ammette uno degli arrestati. Un chiaro segno [che] la criminalità organizzata è sotto controllo, la lotta alla mafia non si ferma”, ha assicurato il capo del governo italiano.
Ricordiamo che nel dicembre 2024, la polizia italiana ha arrestato la suora Anna Donelli nell'ambito di un'indagine contro la mafia della 'Ndrangheta nella città settentrionale di Brescia.
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