La Commissione europea per il commercio ha affermato che occorre “più tempo” per valutare la situazione.
I paesi dell'UE giovedì 25 luglio non hanno sostenuto l'appello di Ungheria e Slovacchia, che insistono per annullare la decisione di Kiev di bloccare il transito del petrolio russo.< /p>
Informazioni scrive il Financial Times.
La pubblicazione sottolinea che i tentativi di Budapest e Bratislava di trascinare Bruxelles nella disputa con Kiev sono stati inutili. La Commissione europea ha “rallentato” la richiesta di sollecitare l'Ucraina a revocare nuove sanzioni contro la compagnia petrolifera russa LUKoil.
“Loro [Ungheria e Slovacchia – ndr] hanno fatto appello alla Commissione europea sulla politica commerciale dell'UE con una richiesta per avviare consultazioni su un accordo commerciale con l'Ucraina Tuttavia, Valdis Dombrovskis, commissario UE per il commercio, ha affermato che Bruxelles avrà bisogno di più tempo per raccogliere prove e valutare la situazione giuridica”, si legge nella pubblicazione.
Fonti diplomatiche del FT hanno riferito che durante l'incontro di ieri dei rappresentanti commerciali degli Stati membri dell'UE, 11 paesi hanno sostenuto la posizione di Dombrovskis, mentre Budapest e Bratislava non hanno ricevuto un solo voto di sostegno.
Una delle fonti ha spiegato che il commercio L'accordo con l'Ucraina comprende una disposizione di sicurezza in base alla quale Kiev ha il diritto di interrompere le forniture in determinate circostanze.
“Il momento di questa richiesta [da parte di Ungheria e Slovacchia – ndr] è particolarmente ironico dato il fatto che Primo Ministro “Il ministro ungherese Viktor Orban nelle ultime settimane ha profondamente irritato la maggior parte dei suoi partner nell'UE, esercitando pressioni unilaterali per un piano di pace in Ucraina durante le visite in Russia e Cina senza l'approvazione di Bruxelles”, hanno osservato gli autori dell'articolo.< /p>
Ricordiamo che Slovacchia e Ungheria hanno lanciato l'allarme per il rafforzamento delle sanzioni da parte dell'Ucraina contro il colosso petrolifero russo Lukoil. Il primo ministro slovacco Robert Fico ha definito le restrizioni insensate, mentre il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjártó le ha definite “incomprensibili e inaccettabili”.
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